VERTIGINI
Il primo approccio alle VERTIGINI e ai disturbi dell’equilibrio è abitualmente richiesto allo specialista ORL, che con lo studio dell’apparato vestibolare deve cercare di porre una diagnosi sulla natura e sulla sede della patologia che causa le VERTIGINI, eventualmente con la collaborazione di altri specialisti (neurologo, oculista, fisiatra) e con l’ausilio di ulteriori approfondimenti neuroradiologici (RMN cerebrale, cervicale, TAC), per distinguere fra cause di origine periferica e centrale, essenziale per il più opportuno approccio terapeutico.
Il miglioramento delle conoscenze sulla fisiologia del sistema vestibolare ha permesso lo studio delle VERTIGINI con opportuni test clinici, ben tollerati dal paziente (BED SIDE EXAMINATION), riservando il ricorso a più complessi approfondimenti strumentali a casi selezionati.
Un tipico esempio è la VERTIGINE PAROSSISTICA POSIZIONALE (o cupulolitiasi), causa più frequente di VERTIGINE di origine periferica, che viene diagnosticata e trattata con le opportune manovre liberatorie nella stessa seduta.
Essenziale è la possibilità di inibire la fissazione oculare del paziente che potrebbe inficiare i risultati di tali test, che si può ottenere con i vecchi occhiali di Frenzel, o meglio con la moderna Videooculoscopia ad infrarossi, e la disponibilità presso l’Ambulatorio delle attrezzature necessarie per l’esecuzione degli adeguati approfondimenti strumentali, quando necessario (esame audiometrico tonale e vocale, esame impedenzometrico, ABR, VEMP’S, otocalorimetro per l’esecuzione dell’esame cocleo-vestibolare).
IPOACUSIA
I pazienti affetti da IPOACUSIA sono sempre più numerosi per l’avanzamento dell’età media e per la più frequente esposizione al rumore.
Inoltre con le moderne tecniche diagnostiche viene posta sempre più precocemente la diagnosi di IPOACUSIA infantile.
Un accurato studio strumentale permette di chiarire la sede e la causa dell’IPOACUSIA, al fine di proporre una adeguata terapia.
Semplificando, le sedi causa dell’IPOACUSIA si possono suddividere in:
–orecchio medio (perforazione timpanica, otite cronica purulenta semplice, otite cronica colesteatomatosa, timpanosclerosi, otosclerosi ecc.), caratterizzate da IPOACUSIA trasmissiva, la cui soluzione è il più spesso chirurgica (miringoplastica, timpanoplastica, stapedioplastica), altrimenti protesica.
–orecchio interno (presbiacusia, trauma acustico, IPOACUSIA genetica, autoimmune, malformativa, malattia di Meniere, IPOACUSIA improvvisa, iatrogena, traumatica, ecc.), caratterizzate da IPOACUSIA percettiva cocleare, la cui soluzione è esclusivamente protesica, ricorrendo all’impianto cocleare nei casi più gravi.
–nervo acustico e vie uditive centrali che pongono più complessi problemi diagnostici e terapeutici: occorre escludere patologie endocraniche, di cui la più frequente è il neurinoma del nervo acustico, patologia benigna ma espansiva, oltre a patologie demielinizzanti e altre patologie endocraniche.
Gli esami audiometrico tonale e vocale, impedenzometrico, i potenziali evocati uditivi del tronco encefalico (ABR), l’otomicroscopia, l’eventuale ricorso ad indagini neuroradiologiche (TAC, RMN), esami ematologici, permettono di perfezionare la diagnosi.
ACUFENI
Gli acufeni (o rumori nell’orecchio) sono suoni percepiti nell’orecchio, o diffusi nella testa, non dovuti a uno stimolo uditivo esterno.
Gli acufeni non sono una malattia, ma un sintomo di un disturbo che coinvolge il più spesso l’orecchio e le vie uditive, a volte strutture extra auricolari.
Il primo approccio è la visita specialistica ORL che con gli opportuni esami strumentali (esami audiometrico tonale e vocale, esame impedenzometrico, potenziali evocati uditivi del tronco encefalico o ABR) permette di chiarire la sede e la natura della lesione che causa gli acufeni.
Se si riscontra una patologia dell’orecchio possono essere richiesti ulteriori approfondimenti (TAC, RMN), in assenza di patologia auricolare si richiedono le adeguate visite specialistiche.
Una diagnosi corretta permette di proporre l’opportuna terapia.